Impressive Elephant. La mia amorevole versione sull’ amore

E fu così di nuovo.
Prendo la mia bella lama hawkbill, con la sua bella affilatura concava e ci do dentro.
Non so perché tentenno, forse i soliti nemici che riaffiorano come quando spari ad un daino indifeso.
Ma la necessità avanza impetuosa.
Certo potrebbe essere che farà male mi dice un tizio che non sapevo essere di fianco a me.
Lo lamo via, senza manco guardarlo in faccia.
Forse manco l’ aveva la faccia sto stronzo.
Inizio a vedere le cose che non vanno che si fanno sempre più nitide.
Certo vederle non serve ad un cazzo.
Tipo la proboscide di un elefante floscia.
La vedi arrivare rapida, capisci che ti colpirà, ma ammiri la bellezza e l’eleganza del movimento e inizia a montare il desiderio.
Ed ecco che guardo la mia compagna distesa in fissa.
Lei è in fissa, non io.
Io ho la mente libera e lo sguardo che pare quando incontri un cugino che hai visto solo da bambino e dal nulla ti offre la colazione.
Potrebbe mai esistere tanto di più incantevole agli occhi quanto di più lussurioso alla mente?
Decido di pensarci dopo, magari mi fumo una sigaretta che ho lasciato in macchina.
Ora non devo pensare.
Bene.
Esco con gli occhiali da sole anche se piove, e capisco subito che le mia giornata andrà avanti a sorsi di VoV, ma piccoli.
Perché quando sei in quello stato, si quello lì, non c’è niente di meglio di assaporare e farti assaporare lentamente.

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